lEONETTA® : UNA STORIA DI FAMIGLIA

Leonetta® per me è famiglia e tradizione.

Mia nonna Leonetta abitava in una piccola frazione di Vicchio del Mugello, Le Caselle, nella terra di Giotto ma soprattutto dei tortelli. Quando riuniva amici e parenti, che fosse per una festa o un semplice pranzo della domenica, non mancava mai la pasta fresca: tagliolini, tortelli, lasagne, tutto preparato da lei con amore. E da perfetta nonna italiana la qualità e le quantità dei suoi manicaretti erano sempre notevoli. Ed ogni volta, dopo il caffè, era un rito portare in tavola il digestivo. Ma non uno qualunque: perchè anche il liquore era fatto in casa, da lei. La ricetta, che le aveva passato sua madre, era tenuta rigorosamente segreta e questo, insieme all’intenso colore verde di quel liquore che non potevo assaggiare, aumentava il fascino di quella bottiglia che tutti aspettavano come un regalo. Pur ignorandone il sapore mi inebriava quel profumo e il piacere con cui tutti lo gustavano mi faceva fantasticare ed essere sempre più curioso.

Non appena ho raggiunto l’età per poterlo provare ho capito quanto fosse speciale e quasi subito ho iniziato a chiederle di passarmi la ricetta. Inutilmente. La risposta di mia nonna è sempre rimasta la stessa: “fin quando son viva io, berrai il mio”. Un modo burbero ma amorevole di rivendicare il controllo di quello che era il suo territorio (la cucina) ma anche la maniera per continuare quel rito che la vedeva padrona della cerimonia di cui noi eravamo adepti.


Mia nonna fino agli ultimi anni ha continuato a produrre il suo liquore fatto in casa, dispensando le poche preziose bottiglie anche ai miei genitori e a me. Quando ha sentito che era il momento, ha trascritto la ricetta segreta e tenendo fede a una promessa mai pronunciata, me l’ha lasciata. Così, decifrando l’elegante calligrafia in corsivo di altri tempi, resa tremolante e incerta dall’età, io e mia madre abbiamo scoperto i ventisei ingredienti segreti: alcune spezie esotiche, ma soprattutto le erbe aromatiche del territorio, tutte dell’area del Mugello, alcune delle quali anche rare, che danno un colore che vira più verso l’oro piuttosto che al verde intenso dei miei ricordi di bambino. Questo perché anche se la base è stata riprodotta fedelmente, e proprio per questo ho scelto di chiamarla con il nome di mia nonna, la sua versione fatta in casa aveva una gradazione molto più alta. Io ho preferito abbassarla per esaltare e rendere prevalente la parte aromatica di questo infuso e per renderlo gradevole a un ventaglio di pubblico più ampio, perché più persone possibili possano portarlo in tavola dopo un pranzo all’insegna della convivialità, del piacere di stare insieme, di offrire ai propri ospiti tutto il meglio come è tradizione italiana.  

Andrea Fiesoli, nipote di Leonetta.